Luigi Viva omaggia Lyle Mays

Recensione di Giovanni Longo (Musiculturaonline.it)

Il 10 febbraio 2020, dopo una lunga malattia, è venuto a mancare Lyle Mays, il cui lungo sodalizio artistico con Pat Metheny ha dato vita a una delle più significative espressioni musicali dell’ultimo quarantennio.

Lo straordinario valore artistico della produzione del Pat Metheny Group, ensemble che ha visto avvicendarsi intorno ai due leader, nel corso degli anni, eccellenti musicisti difficilmente riducibili al ruolo di semplici comprimari, è ormai patrimonio non più soltanto della comunità musicale e degli addetti ai lavori ma di legioni di appassionati di musica in tutto il mondo.

Luigi Viva, scrittore, critico musicale, giornalista, dal 1989 biografo ufficiale” di Pat Metheny e del Pat Metheny Group, ha scritto l’ennesimo capitolo , per l’esattezza il quarto, di questo affascinante racconto con Pat Metheny, Lyle Mays e  la storia del Pat Metheny Group,  uscito per  Arcana lo scorso novembre. Quest’ultimo lavoro riveste tuttavia un significato del tutto peculiare proprio alla luce della prematura scomparsa del grande compositore, pianista e tastierista originario del Wisconsin. Si tratta infatti, soprattutto, di un omaggio quanto mai opportuno, se non doveroso, alla figura di Mays, sovente offuscata dalla prorompente personalità di Metheny e per tale motivo, e a torto, non sempre messa nel giusto risalto. Rilievo, quest’ultimo, che peraltro non si può muovere a Luigi Viva, il quale non ha mai mancato, nei suoi precedenti lavori sull’argomento, di sottolineare l’importanza della componente Mays nel PMG e il valore in genere dell’intera produzione maysiana.

Il racconto è fortemente “abitato” dalla figura di Mays. Approfondite e ampliate le note biografiche con testimonianze inedite dei familiari, arricchito l’apparato iconografico. Toccante, oltre che di estremo interesse la narrazione degli ultimi anni, quelli dell’inabissamento e della malattia, fino all’ultimo dono del suo genio, la mini-sinfonia “Eberhard”, presentata dal vivo nel 2009, ma la cui rifinitura e incisione, con la collaborazione di alcuni tra i suoi più stretti amici musicisti ha impegnato Mays fino alle ultime settimane di vita, per uscire postuma nel 2021.

Emerge il ritratto di una personalità che ha raccolto e nella sua musica saputo trasfondere, filtrate dalla sua sensibilità, le innumerevoli suggestioni di una vasta cultura non solo musicale (superiore probabilmente a quella dello stesso Metheny?). Le preziose guide all’ascolto di Viva invitano alla riscoperta delle sue composizioni ed esecuzioni, sia nel PMG sia soprattutto nei lavori a suo nome e nelle collaborazioni con altri musicisti. Per i fans del PMG prevale la delusione per l’interruzione della collaborazione con Metheny e il rimpianto di ciò che sarebbe potuto scaturire da un nuovo incrocio delle rispettive strade.

Tra le gemme che Mays ci ha lasciato, chi scrive ha amato particolarmente la breve Newborn da Street Dreams , 95 secondi di fulminante bellezza: attributo  e sostantivo sono di Luigi Viva, al quale va il plauso per quest’ultima fatica editoriale.

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